I presidenti del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, David Chatillon e Maxime Toubart, hanno firmato la delibera annuale sulle rese e sulla riserva vendemmiale dello Champagne, in occasione della vendemmia 2024. «Per garantire un approvvigionamento sicuro e stabile del settore – si legge nella nota diffusa oggi, 19 luglio, da Epernay – i quantitativi immessi sul mercato durante la campagna 2024-2025 sono fissati a 10.000 chilogrammi (100 quintali, ndr) di uva per ettaro di superficie in produzione».
10.000 KG/ETTARO: È LA RESA DELLO CHAMPAGNE NEL 2024
«I quantitativi raccolti in eccesso rispetto a questo volume vengono messi in riserva entro il limite della resa annua massima autorizzata, fissata individualmente alla resa obiettivo per ettaro di superficie in produzione e, dall’altra parte, al massimale di riserva». Si tratta di una flessione rispetto alla resa dello Champagne della vendemmia 2023. Lo scorso anno, infatti, il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne aveva fissato il limite a 11.400 chilogrammi per ettaro, ovvero a 114 quintali per ettaro.
CONTESTO ECONOMICO DEBOLE
Le spedizioni di champagne nella prima metà del 2024 rappresentano 106,7 milioni di bottiglie, ovvero -15,2% rispetto allo stesso periodo del 2023 che fu un semestre record (escluso il 2022). Le spedizioni tornano a un livello vicino a quello del 2019. «La cupa situazione geopolitica ed economica mondiale e l’inflazione generalizzata – spiegato David Chatillon – pesano sui consumi delle famiglie. Anche lo champagne continua a subire le conseguenze di un eccesso di scorte da parte dei distributori nel 2021 e nel 2022. Restiamo comunque fiduciosi nei valori della loro denominazione».
LA VENDEMMIA 2024 IN CHAMPAGNE
Dall’inizio dell’anno il vigneto della Champagne viene definito dai produttori locali come «particolarmente umido». A causa della mancanza di soleggiamento e di un inizio vegetativo caratterizzato dal fresco, l’intero vigneto è soggetto ad una «forte ma controllata pressione dell’oidio». Le gelate primaverili e la grandine hanno avuto «un impatto moderato» sul potenziale di raccolto (circa il 10%). La vite presenta un ritardo di sviluppo di 5-6 giorni rispetto alla media decennale. L’inizio della raccolta è previsto mediamente intorno al 10-12 settembre.
«Dopo un’annata 2023 particolarmente calda e secca – ha dichiarato Maxime Toubart – l’annata 2024 è stata eccezionalmente piovosa, il che ha complicato il lavoro in vigna. La pressione delle muffe è forte ma rimane generalmente controllata a costo di un lavoro significativo. Le condizioni meteorologiche da qui alla vendemmia saranno decisive per garantire un buon raccolto».
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.